La SOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale Castelli Verbania con la collaborazione della SOC di Pediatria e della SOS Dipartimentale Endoscopia Digestiva ha recentemente pubblicato sulla rivista internazionale “Journal of Surgical Case Reports” i seguenti articoli scientifici:
“Laparoscopic treatment of jejuno-jejunal intussusception in a adult”
che descrive un quadro clinico estremamente raro nelle persone adulte, ovvero un’intussuscezione intestinale idiopatica, condizione in cui un segmento dell’intestino scivola all’interno dell’intestino immediatamente a valle, condizionando un blocco al passaggio del materiale intestinale. La diagnosi di intussuscezione può risultare estremamente difficoltosa e spesso gli esami strumentali (esami ematochimici, indagini radiologiche) risultano non dirimenti. Risulta pertanto fondamentale una scrupolosa visita del paziente per formulare una diagnosi corretta e intraprendere in modo tempestivo una terapia mirata, che quasi sempre è rappresentata dall’intervento chirurgico urgente al fine di evitare l’infarto del tratto intestinale coinvolto nell’intussuscezione riferito ad un caso seguito dall’equipe della Chirurgia Generale in una paziente giunta in DEA per forti dolori addominali che è stata urgentemente sottoposta a intervento chirurgico di laparoscopia esplorativa che ha confermato il sospetto diagnostico posto dal Chirurgo. L’eccezionalità del caso è legata inoltre al fatto che l’atto chirurgico è stato completato con tecnica miniinvasiva (in laparoscopia) con risoluzione del problema e del quadro occlusivo. Infatti, come si può evincere dalla Letteratura Scientifica, quasi sempre è necessario convertire l’intervento (ovvero procedere al classico “taglio) per risolvere l’intussuscezione.
“COVID-19 and psychiatric illness: rectal foreign bodies (thirty stylus batteries) in a young male patient affected by Asperger syndrome”,
articolo di stretta attualità.
Viene infatti esaminato come le limitazioni della normale vita quotidiana correlate al COVID (in particolare lo stretto isolamento durante il periodo di lockdown) possano acuire sentimenti di noia e depressione, soprattutto nelle persone più deboli. Partendo da un caso clinico estremamente raro e drammatico, gli autori dell’articolo analizzano la possibile correlazione fra le rigide misure adottate per prevenire la diffusione dell’infezione da Coronavirus 19 e la slatentizzazione di episodi autolesivi, soprattutto in pazienti con problematiche psichiatriche come il nostro paziente.
Il problema acuto del paziente è stato risolto senza la necessità di un intervento chirurgico.