Il 1 dicembre si celebra la giornata mondiale di lotta all’AIDS: istituita nel 1988 dall’OMS e diventata una delle ricorrenze sulla salute tra le più riconosciute al mondo, rappresenta un’opportunità essenziale per sensibilizzare e ricordare alle popolazioni e ai governi che l’HIV non è scomparso e che c’è ancora molto da fare in termini di politiche di prevenzione, per porre fine alla stigmatizzazione e alla discriminazione e per migliorare la qualità della vita di coloro che sono stati colpiti dall’HIV.
“Take the rights Path – intraprendere la strada dei diritti per sconfiggere l’AIDS” è il messaggio che UNAIDS ha scelto per questo 1 dicembre 2024.
Secondo il programma ONU, l’AIDS potrà cessare di essere una minaccia per la salute pubblica entro il decennio, solo tutelando i diritti di tutte e tutti. Se da un lato sono innegabili i progressi fatti grazie alle conquiste scientifiche e sanitarie, dall’altro sono forti i rischi di un brusco peggioramento, dovuto a scelte sbagliate sul piano politico, sociale ed economico.
Tra le quasi 40 milioni di persone che vivono oggi con HIV nel mondo (39,9 milioni), tre su quattro sono attualmente in cura; si tratta di un dato straordinario in termini di salute pubblica se si pensa che fino al 2010 la copertura dei trattamenti era solo del 47%. Di contro, è davvero inaccettabile che quasi un quarto della popolazione mondiale che vive con HIV – 9,3 milioni di persone – non riceva ancora le cure salvavita. La conseguenza è che ogni minuto, una persona nel mondo muore per patologie correlate all’AIDS.
Anche rispetto alle morti AIDS-correlate, i progressi sono innegabili, visto che si è passati dal milione e trecentomila del 2010 alle 630mila del 2023, tuttavia si è ben lontani per arrivare a zero nuove infezioni nel 2030, come da obiettivo prefissato da OMS e Nazioni Unite negli scorsi anni.
Per la prima volta nella storia della pandemia di HIV, le nuove infezioni si registrano in misura maggiore al di fuori dall’Africa sub sahariana. Ciò riflette sia i risultati ottenuti in materia di prevenzione in gran parte dell’Africa sub sahariana, sia la mancanza di progressi comparabili nel resto del mondo, dove le persone delle popolazioni chiave e i loro partner sessuali continuano a essere trascurati nella maggior parte dei programmi per l’HIV.
In Italia il numero complessivo di persone che vive con l’infezione da HIV è stato stimato intorno a 140.000 e nel 2023 sono state segnalate 2.349 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un’incidenza di 4,0 nuove diagnosi per 100.000 residenti, contro le 3,2 nuove diagnosi ogni 100.000 abitanti del 2022.
L’incidenza delle nuove diagnosi HIV è diminuita dal 2012 al 2020, mentre dal 2021 al 2023 si osserva un aumento progressivo. L’aumento più significativo dopo il 2020 è stato rilevato nella fascia di età 40-49 anni e nella trasmissione eterosessuale.
L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i paesi dell’Europa occidentale (6,2 nuove diagnosi per 100.000 residenti).
Il numero più elevato di diagnosi è da vari anni attribuibile alla trasmissione sessuale: nell’ordine, a
maschi che fanno sesso con maschi (MSM), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali.
Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri, sia maschi che femmine.
Dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV. Nel 2023 più di un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV ha effettuato il test HIV in seguito alla presenza di sintomi o patologie correlate all’HIV e un quinto lo ha effettuato in seguito a comportamenti sessuali a rischio di infezione.
Conoscere il proprio stato sierologico e accedere per tempo alle terapie è fondamentale sia per la salute delle persone con HIV, sia per la prevenzione generale. I trattamenti antiretrovirali, infatti, permettono di sopprimere o rendere non rilevabile la propria carica virale rendendo il virus non trasmissibile ad altre persone.
Nell’ASL VCO si sono registrati sei nuovi pazienti affetti da HIV nell’anno 2024. I pazienti seguiti dalla SOC Malattie Infettive sono 275, tutti in terapia antiretrovirale.
Associazione Contorno Viola e ASL VCO aderiscono alla Giornata Mondiale di lotta contro l’AIDS, collaborando insieme per promuovere buone pratiche di promozione della salute a partire dalle nuove generazioni. Nelle scuole superiori di secondo grado della provincia, vengono realizzati percorsi di educazione ad una sessualità consapevole e di prevenzione all’HIV e ad altre infezioni sessualmente trasmissibili.
Ci sono purtroppo ancora molte informazioni errate, confuse e fantasiose diffuse fra i giovani e non solo.
Per questo 1 dicembre vogliamo invitare la cittadinanza ad essere consapevoli della propria salute e dei servizi offerti dal territorio per promuovere benessere psicofisico.
Se non si ha mai fatto il test HIV è il momento di farlo, per la propria salute e quella dei propri cari, senza la preoccupazione di essere discriminato, poiché il test si può fare in forma anonima e gratuita.
Per eseguire il test e ricevere informazioni sul virus HIV e sulle altre infezioni sessualmente trasmissibili, è possibile rivolgersi presso l’Ambulatorio Malattie Infettive dell’Ospedale Castelli di Verbania. L’ambulatorio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 10.00, previo appuntamento (Telefono 0323.541329).
Si ricorda che nell’ambulatorio è possibile anche avere a disposizione la profilassi pre-esposizione nei riguardi dell’infezione HIV per i soggetti a rischio di infettarsi mediante rapporti sessuali non adeguatamente protetti.
ASL VCO mette a disposizione anche altri servizi:
dal mese di aprile 2024 per promuovere la salute sessuale e riproduttiva dei giovani dai 14 ai 25 anni, il consultorio propone visite gratuite ginecologiche ed andrologiche durante le quali vengono prescritti e consegnati gratuitamente i metodi contraccettivi concordati.
Per prenotare un appuntamento telefonare a:
Consultorio Verbania 0323 541403
Consultorio Domodossola 0324 491627
Consultorio Omegna 0323 868912
Infine segnaliamo il Servizio Dipendenze (Ser.D.), che garantisce ai propri pazienti, considerati da sempre categoria a rischio, uno screening periodico per una diagnosi precoce, fornendo informazioni e materiale sanitario per ridurre il rischio di contagio/trasmissione della malattia e facilitando l’accesso ai servizi specialistici per una cura tempestiva.